Regista cinematografico francese. Fece i suoi primi
tentativi come regista verso la metà degli anni Trenta dirigendo
documentari di un certo valore. Passò al lungometraggio subito dopo la
Liberazione, nel 1946, dando ottima prova di sé con
La bataille du
rail (Operazione Apfelkern), un film dedicato alla Resistenza dei ferrovieri
francesi contro il nazismo. A questo primo film fece seguire
La belle et la
bête (La bella e la bestia), girato con Cocteau, e quindi quello che
è forse il suo capolavoro,
Les maudits (I maledetti) che ottenne
tuttavia uno scarsissimo successo. Nel frattempo
C. chiariva la propria
posizione e proprio in questi anni dichiarava: "Il cinema, è la mia
vocazione e la mia stessa vita. Il cinema deve portare una risposta
all'inquietudine sociale dello spettatore e questi deve trovar speranza nella
lucidità. È una concezione che può esprimersi, credo,
attraverso il realismo estetico e sociale". Ma, appunto, questa impostazione non
fu seguita a lungo dal regista, che dava sì ancora qualche opera di un
certo interesse (
Giochi proibiti, Monsieur Ripois), ma finiva poi per
lasciarsi travolgere dalle mode più disparate, anche se non gli venne mai
meno una indubbia abilità artigianale, ma priva di una vera ispirazione
personale. I suoi film importanti, oltre a quelli citati, sono:
Le mura di
Malapaga, girato in Italia con la sceneggiatura di Zavattini e interpretato
da Jean Gabin, Isa Miranda e Andrea Cecchi;
Le château de verre
(L'amante di una notte), con Michéle Morgan come protagonista;
Barrage
contre le Pacifique (La diga sul Pacifico), del 1958; e quindi, dal 1960 al
'75
Plein soleil (In pieno sole),
Quelle joie de vivre (Che gioia
vivere),
Paris brûle-t'il? (Parigi brucia?),
L'uomo venuto dalla
pioggia, La corsa della lepre attraverso i campi, Baby sitter (Bordeaux
1913-1996).